sabato 4 luglio 2015

ASTIPALIA porto

02/07/2015 - Il nostro vicino di banchina è un turco che parla bene l'italiano, molto gentile e con una bella famiglia... amici in Italia ed un grande amore per la nostra lingua: si chiama Levante.

Verso sera, dopo una giornata a seguire arrivi/partenze ed a preoccuparci, di conseguenza, della nostra ancora, decidiamo di salire alla chora ed al castello. La banchina, ora, è tutta occupata e non c'è pericolo, di conseguenza, che qualcuno cerchi di calare l'ancora... il porto è molto piccolo e le ancore sono calate quasi sulla spiaggia che sta davanti all'imboccatura.




Appena ci addentriamo nell'abitato, una costruzione bassa, abbandonata, con una lapide con l'insegna dei Cavalieri di S. Giovanni (la foto non rende ma gli spazi erano veramente angusti)... ora guardiamo con apprensione la scala che dobbiamo percorrere: lunga, ripida e con alzate da record...








... e, terminata quella, una seconda prosegue il percorso




... non siamo ancora in cima ma si inizia a vedere il castello...








... ora si sale per una strada carrabile (nel senso che transitano dei mezzi...), dove i gatti iniziano a farla da padroni










... un'ultima scala, con un corrimano di fantasia, ci immette sul crinale di mulini...







Qui, allineati sul crinale, 8 mulini ormai senza una funzione che vada al di là dell'arredo...












... dei quali solo un paio completi di pale...












Ma da qui dobbiamo ricominciare a salire, scoprendo prospettive gradevoli tra colori e contrasti tipici delle Cicladi...








... poi, alzando la testa un'immagine mi lascia perplesso...










... ma il percorso continua, colpiti da scorci quasi dipinti...

















... in un'incessante salita che, gradatamente, offre scorci del castello mano a mano che il percorso si fa più angusto...





















... e, finalmente, si arriva all'ingresso...














Il castello, salvo le due chiese, è completamente in rovina...
























... dal castello si domina il mare sottostante...












Ora si scende attraverso le stradine della chora...



... giochi sospesi...








... un agglomerato di chiese (almeno 8) che non si può rendere nel complesso per l'angustia degli spazi










... scorci, colori...












gatti.







... strutture improbabili...










... ancora colori...










... incontriamo un'anziana che parla italiano per averlo imparato dalla mamma... e che riesce a vendermi una cuffia di lana che ha giurato avere fatto con le sue mani (oltre ad averne filato la lana)...
















... si è lasciata fotografare ma ad altri turisti, che non avevano comprato la cuffia, l'ha negato decisamente (tipota, tipota...)










... e per finire il solito saggio sugli impianti tecnologici (va detto che una certa ricerca per la collocazione si vede...)


















03/07/2015 - Giornata in banchina, se vogliamo fotocopia di ieri, con arrivi/partenze sempre preoccupanti... Ceniamo tranquilli a bordo e, considerando gli ormeggi completi, ci rilassiamo leggendo... Ci sorprende molto, quindi, che verso le 22,00 si senta il rumore insistente di un'elica di prua... possibile che stia arrivando qualcuno?... a quest'ora (era buio)... con questo vento?... tutti fuori...
... scena preoccupante: una barca, ferma davanti alle nostre prue, che con l'elica di prua cercava di resistere alla spinta delle raffiche che la volevano mandare sulle nostre catene... molta concitazione a bordo (e sulle prue delle barche ormeggiate)... il tender slegato dalla coperta e messo in acqua, montato il fuoribordo... un paio di persone in acqua con maschera (brrr...)...

Ma come si era creata una tale situazione?... è vero che c'era buio, c'era vento forte e gli spazi sono ristretti... nessuno, per qualche attimo se l'è spiegato, pensando solo alla leggerezza dello skipper...
però... però... l'ultimo ad ancorare ha filato l'ancora di poppa con una cima al posto della catena, creando uno scenario completamente differente dal resto degli ormeggi (la cima, quando tesa ed a calumo lungo, sta molto in superfice)... dall'incomprensione dello scenario è direttamente derivato il guaio... ed ora... niente paura, siamo marinai, comunicava l'equipaggio (4 uomini, un ragazzo, due donne ed un bambino di 4-5 anni) imbarcato su questa barca con bandiera inglese ed equipaggio polacco... in realtà danni non ne hanno fatti (con il contributo di tutta la banchina) e lo skipper si è assunto l'onere di passare 2 ore in acqua per tagliare la cima che era stata catturata dall'elica... alla fine la barca è stata incastrata tra la nostra e quella sottovento... per la notte può andare...

04/07/2015 - questa mattina tutti erano incuriositi da cosa avrebbero fatto quelli che ormai per brevità chiamavamo "i polacchi"... la spesa, prima di tutto... poi di nuovo in acqua per completare l'opera di eliminazione della cima dall'asse elica...
Levante, il nostro vicino turco, sale a bordo della nostra barca per chiedere le intenzioni allo skipper che era indaffarato in acqua... Era stato in scooter a controllare lo stato del mare dalle alture dell'isola e veva riportato l'impressione che fuori ci fossero 7-8 Bft. ha espresso, quindi, meraviglia quando lo skipper gli ha comunicato che avevano intenzione di prendere il mare per dirigere verso KOS...
Alla sua replica che il tempo non era "windy" ma "stormy", il polacco ha chiesto da dove venisse chi gli dava tali avvertimenti... saputo della sua nazionalità turca ha sisposto: ah, capisco (sorridendo)... noi siamo inglesi, e navighiamo con ogni tempo... dopo un'oretta sono usciti in mare... buon vento.

Il loro posto è stato occupato immediatamente da una barca svedese con a bordo due coppie... una delle signore si informa dove andasse la barca che occupava quel posto, con quel vento... alla mia informazione (che prendevano il mare), ed alla motivazione che hanno dato (siamo inglesi), ha esclamato: ooh!, inarcando le sopracciglia con un sorriso...


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